Prendendo posizione prima
dell’inizio dell’ultimo atto, Maria José Siri ha avuto però un incidente
nei pressi del grande torso immaginato da Igor Mitoraj per la
scenografia conclusiva. Dopo gli immediati soccorsi e circa quindici
minuti di pausa non previsti, il soprano ha deciso comunque di portare a
termine l’opera da seduta. Accolta da un fragoroso applauso, Maria Josè
Siri ha interpretato con grande intensità il grande duetto con cui si
chiude Manon Lescaut, insieme a Luciano Ganci, adattando la regia di
Daniele De Plano all’imprevisto: una scena fortemente drammatica che
culmina nell’aria del soprano “Sola, perduta, abbandonata” e quindi
nella sua morte nel deserto americano.
La Fondazione Festival
Pucciniano, insieme al pubblico, ringrazia sentitamente Maria José Siri
per la generosità e il prezioso impegno con cui ha portato a termine lo
spettacolo.
Lucca in diretta (riportato inoltre su Eco Italiano, Versilia Post)
Maria
José Siri è caduta poco prima dell'ultimo atto di Manon Lescaut, ma non
ha lasciato il palcoscenico. Il soprano uruguaiano, protagonista
dell'opera pucciniana andata in scena sabato sera al Gran Teatro
all'aperto di Torre del Lago a Viareggio per il 71° Festival Puccini, ha
scelto di proseguire la recita da seduta, trasformando un imprevisto in
un gesto di straordinaria tenacia artistica. Il pubblico l'ha sostenuta
con un lungo applauso, visibilmente colpito dalla sua determinazione.
L'incidente
è avvenuto durante un cambio scena, nei pressi del grande torso bronzeo
che domina l'imponente scenografia firmata da Igor Mitoraj. A pochi
minuti dall'inizio del quarto atto, Siri è inciampata e ha riportato una
contusione che ha richiesto l'intervento dei sanitari e una pausa non
prevista di circa quindici minuti. Malgrado il dolore e le difficoltà
motorie, l'artista ha scelto di restare in scena, adattando insieme al
regista Daniele De Plano il finale dell'opera per poterla concludere in
sicurezza.
Seduta, ma pienamente padrona della scena, Siri ha dato
voce a un ultimo atto intensissimo accanto a Luciano Ganci (Des Grieux),
culminato nella struggente aria "Sola, perduta, abbandonata". Una Manon
ferita e stremata anche fuori dalla finzione scenica, che ha reso
ancora più autentica e drammatica la morte della protagonista nel
deserto americano.
A spettacolo concluso, la Fondazione Festival
Pucciniano ha espresso pubblicamente la propria gratitudine a Maria José
Siri, definendo il suo gesto "un atto di generosità e amore per il
teatro" che ha lasciato un segno indelebile in questa edizione del
Festival. Un finale non previsto, ma forse per questo ancora più
potente.
Adnkronos (riportato inoltre su Sanremonews.it, Virgilio, CremaOggi)
Durante
lo spettacolo, un piccolo incidente nel cambio di scena tra terzo e
quarto atto ha coinvolto la protagonista Maria José Siri, ma
l’imprevisto è stato superato con professionalità, seppure con una breve
interruzione, fino ai meritati applausi finali.
Virgilio
Un
preludio emozionante si era già vissuto nel pomeriggio, durante la
visita dei protagonisti dell’opera nella villa mausoleo di Puccini. Per
la prima volta nella sala in cui il Maestro componeva, la soprano,
visibilmente commossa, ha intonato un’aria pucciniana, accompagnata al
pianoforte dal compagno di scena Luciano Ganci. Un momento intimo e
toccante, che ha regalato suggestioni indimenticabili ai presenti.
...Durante
lo spettacolo, un piccolo incidente nel cambio di scena tra terzo e
quarto atto ha coinvolto la protagonista Maria José Siri, ma
l’imprevisto è stato superato con professionalità, seppure con una breve
interruzione, fino ai meritati applausi finali.
NoiTV
Piccolo
incidente di scena sabato sera alla prima di Manon Lescaut al Festival
Pucciniano. Il soprano Maria José Siri è caduta poco prima dell’ultimo
atto di Manon Lescaut, ma non ha lasciato il palcoscenico. Il soprano
uruguaiano ha scelto di proseguire la recita da seduta, trasformando un
imprevisto in un gesto di straordinaria tenacia artistica. Il pubblico
l’ha sostenuta con un lungo applauso, visibilmente colpito dalla sua
determinazione.
L’incidente è avvenuto durante un cambio scena, nei
pressi del grande torso bronzeo che domina l’imponente scenografia
firmata da Igor Mitoraj. A pochi minuti dall’inizio del quarto atto,
Siri è inciampata e ha riportato una contusione che ha richiesto
l’intervento dei sanitari e una pausa di circa 15 minuti. Malgrado il
dolore e le difficoltà motorie, l’artista ha scelto di restare in scena,
adattando insieme al regista Daniele De Plano il finale dell’opera per
concluderla in sicurezza. Seduta, ma pienamente padrona della scena,
Siri ha dato voce a un ultimo atto intensissimo accanto a Luciano Ganci
(Des Grieux), culminato nella struggente aria “Sola, perduta,
abbandonata”.
Una Manon ferita e stremata anche fuori dalla finzione
scenica, che ha reso ancora più autentica e drammatica la morte della
protagonista nel deserto americano.
La Nazione
Grazie
anche alla “stoica” Maria José Siri, soprano che ha continuato e
terminato l’opera – da seduta – nonostante un infortunio. Un finale di
grande generosità artistica, in giorni complicati anche per il
maltempo...
Il Tirreno
Il
soprano Maria José Siri stava prendendo posizione sulla sommità del
torso in scena per l’ultimo atto, quando è scivolata. Dopo aver ricevuto
i primi soccorsi e una pausa imprevista di quindici minuti, l’artista
ha scelto di portare a termine l’opera restando seduta di fronte alla
scultura.
Accolta da un fragoroso applauso, Maria José Siri ha
proseguito con il duetto finale accanto a Luciano Ganci, adattando
progressivamente la regia di Daniele De Plano.
Gramilano (riportato inoltre su Slipped disc)
...Alla
prima, la protagonista Maria José Siri si è infortunata in un cambio
scena ed è stata costretta a eseguire il finale dell’opera seduta su un
cubo posizionato rapidamente al centro del palco. Va quindi lodata la
professionalità del soprano nel portare a termine la recita con
sicurezza e senza cedimenti vocali. La sua Manon è ormai ampiamente
conosciuta: Siri riesce ad affrontare l’oneroso ruolo con apparente
facilità, grazie a uno strumento corposo e acuti saldi.
Connessi all’opera
Secondo
quanto riportato da Gramilano, “il soprano Maria José Siri stava
prendendo posizione sulla sommità del torso in scena per l’ultimo atto,
quando è scivolata. Dopo i primi soccorsi e una pausa imprevista di
quindici minuti, il soprano ha deciso di portare a termine l’opera
restando seduta di fronte alla scultura”.
Al termine della rappresentazione, Siri è stata accolta da un applauso fragoroso.
OperaWire
Ma
è stato il quarto atto, spesso oggetto di discussione, a trovare ieri
sera una dimensione particolarmente intensa grazie alla prova del
soprano Maria José Siri: al suo debutto al Festival Puccini, la Siri ha
delineato una Manon di grande spessore, voce duttile e capace tanto di
morbidezza nelle “trine” del secondo atto quanto di accenti drammatici
nel finale. Colpita da un incidente poco prima dell’ultimo quadro, ha
scelto di proseguire da seduta: una condizione che avrebbe potuto
limitare la resa scenica si è trasformata invece in una forza
drammaturgica inattesa. La grande aria "Sola, perduta, abbandonata" è
diventata così un monologo quasi disarmante per intensità e
raccoglimento, in cui la sospensione dell’azione e la “pienezza” sonora
della partitura si sono tradotte in un rito di immobilità, restituendo
un deserto interiore che ha fatto percepire al pubblico tutta la
disperazione di Manon. L’ovazione che ne è seguita ha suggellato una
prova di grande coraggio artistico ed espressivo.
Gli Amici della Musica
...Maria
José Siri... ha tutte le note al posto giusto e al momento giusto, per
giunta espressive, articolate con fraseggio vario e accento riflettuto
(Sola, perduta, abbandonata di altissimo livello, e infatti grande
applauso a scena aperta).
Le Salon Musical