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Manon Lescaut, Torre del Lago, 2025

 

Prendendo posizione prima dell’inizio dell’ultimo atto, Maria José Siri ha avuto però un incidente nei pressi del grande torso immaginato da Igor Mitoraj per la scenografia conclusiva. Dopo gli immediati soccorsi e circa quindici minuti di pausa non previsti, il soprano ha deciso comunque di portare a termine l’opera da seduta. Accolta da un fragoroso applauso, Maria Josè Siri ha interpretato con grande intensità il grande duetto con cui si chiude Manon Lescaut, insieme a Luciano Ganci, adattando la regia di Daniele De Plano all’imprevisto: una scena fortemente drammatica che culmina nell’aria del soprano “Sola, perduta, abbandonata” e quindi nella sua morte nel deserto americano.
La Fondazione Festival Pucciniano, insieme al pubblico, ringrazia sentitamente Maria José Siri per la generosità e il prezioso impegno con cui ha portato a termine lo spettacolo.
Lucca in diretta (riportato inoltre su Eco Italiano, Versilia Post)

Maria José Siri è caduta poco prima dell'ultimo atto di Manon Lescaut, ma non ha lasciato il palcoscenico. Il soprano uruguaiano, protagonista dell'opera pucciniana andata in scena sabato sera al Gran Teatro all'aperto di Torre del Lago a Viareggio per il 71° Festival Puccini, ha scelto di proseguire la recita da seduta, trasformando un imprevisto in un gesto di straordinaria tenacia artistica. Il pubblico l'ha sostenuta con un lungo applauso, visibilmente colpito dalla sua determinazione.
L'incidente è avvenuto durante un cambio scena, nei pressi del grande torso bronzeo che domina l'imponente scenografia firmata da Igor Mitoraj. A pochi minuti dall'inizio del quarto atto, Siri è inciampata e ha riportato una contusione che ha richiesto l'intervento dei sanitari e una pausa non prevista di circa quindici minuti. Malgrado il dolore e le difficoltà motorie, l'artista ha scelto di restare in scena, adattando insieme al regista Daniele De Plano il finale dell'opera per poterla concludere in sicurezza.
Seduta, ma pienamente padrona della scena, Siri ha dato voce a un ultimo atto intensissimo accanto a Luciano Ganci (Des Grieux), culminato nella struggente aria "Sola, perduta, abbandonata". Una Manon ferita e stremata anche fuori dalla finzione scenica, che ha reso ancora più autentica e drammatica la morte della protagonista nel deserto americano.
A spettacolo concluso, la Fondazione Festival Pucciniano ha espresso pubblicamente la propria gratitudine a Maria José Siri, definendo il suo gesto "un atto di generosità e amore per il teatro" che ha lasciato un segno indelebile in questa edizione del Festival. Un finale non previsto, ma forse per questo ancora più potente.
Adnkronos (riportato inoltre su Sanremonews.it, Virgilio, CremaOggi)

Durante lo spettacolo, un piccolo incidente nel cambio di scena tra terzo e quarto atto ha coinvolto la protagonista Maria José Siri, ma l’imprevisto è stato superato con professionalità, seppure con una breve interruzione, fino ai meritati applausi finali.
Virgilio

Un preludio emozionante si era già vissuto nel pomeriggio, durante la visita dei protagonisti dell’opera nella villa mausoleo di Puccini. Per la prima volta nella sala in cui il Maestro componeva, la soprano, visibilmente commossa, ha intonato un’aria pucciniana, accompagnata al pianoforte dal compagno di scena Luciano Ganci. Un momento intimo e toccante, che ha regalato suggestioni indimenticabili ai presenti.
...Durante lo spettacolo, un piccolo incidente nel cambio di scena tra terzo e quarto atto ha coinvolto la protagonista Maria José Siri, ma l’imprevisto è stato superato con professionalità, seppure con una breve interruzione, fino ai meritati applausi finali.
NoiTV

Piccolo incidente di scena sabato sera alla prima di Manon Lescaut al Festival Pucciniano. Il soprano Maria José Siri è caduta poco prima dell’ultimo atto di Manon Lescaut, ma non ha lasciato il palcoscenico. Il soprano uruguaiano ha scelto di proseguire la recita da seduta, trasformando un imprevisto in un gesto di straordinaria tenacia artistica. Il pubblico l’ha sostenuta con un lungo applauso, visibilmente colpito dalla sua determinazione.
L’incidente è avvenuto durante un cambio scena, nei pressi del grande torso bronzeo che domina l’imponente scenografia firmata da Igor Mitoraj. A pochi minuti dall’inizio del quarto atto, Siri è inciampata e ha riportato una contusione che ha richiesto l’intervento dei sanitari e una pausa di circa 15 minuti. Malgrado il dolore e le difficoltà motorie, l’artista ha scelto di restare in scena, adattando insieme al regista Daniele De Plano il finale dell’opera per concluderla in sicurezza. Seduta, ma pienamente padrona della scena, Siri ha dato voce a un ultimo atto intensissimo accanto a Luciano Ganci (Des Grieux), culminato nella struggente aria “Sola, perduta, abbandonata”.
Una Manon ferita e stremata anche fuori dalla finzione scenica, che ha reso ancora più autentica e drammatica la morte della protagonista nel deserto americano.
La Nazione

Grazie anche alla “stoica” Maria José Siri, soprano che ha continuato e terminato l’opera – da seduta – nonostante un infortunio. Un finale di grande generosità artistica, in giorni complicati anche per il maltempo...
Il Tirreno

Il soprano Maria José Siri stava prendendo posizione sulla sommità del torso in scena per l’ultimo atto, quando è scivolata. Dopo aver ricevuto i primi soccorsi e una pausa imprevista di quindici minuti, l’artista ha scelto di portare a termine l’opera restando seduta di fronte alla scultura.
Accolta da un fragoroso applauso, Maria José Siri ha proseguito con il duetto finale accanto a Luciano Ganci, adattando progressivamente la regia di Daniele De Plano.
Gramilano (riportato inoltre su Slipped disc)

...Alla prima, la protagonista Maria José Siri si è infortunata in un cambio scena ed è stata costretta a eseguire il finale dell’opera seduta su un cubo posizionato rapidamente al centro del palco. Va quindi lodata la professionalità del soprano nel portare a termine la recita con sicurezza e senza cedimenti vocali. La sua Manon è ormai ampiamente conosciuta: Siri riesce ad affrontare l’oneroso ruolo con apparente facilità, grazie a uno strumento corposo e acuti saldi.
Connessi all’opera

Secondo quanto riportato da Gramilano, “il soprano Maria José Siri stava prendendo posizione sulla sommità del torso in scena per l’ultimo atto, quando è scivolata. Dopo i primi soccorsi e una pausa imprevista di quindici minuti, il soprano ha deciso di portare a termine l’opera restando seduta di fronte alla scultura”.
Al termine della rappresentazione, Siri è stata accolta da un applauso fragoroso.
OperaWire

Ma è stato il quarto atto, spesso oggetto di discussione, a trovare ieri sera una dimensione particolarmente intensa grazie alla prova del soprano Maria José Siri: al suo debutto al Festival Puccini, la Siri ha delineato una Manon di grande spessore, voce duttile e capace tanto di morbidezza nelle “trine” del secondo atto quanto di accenti drammatici nel finale. Colpita da un incidente poco prima dell’ultimo quadro, ha scelto di proseguire da seduta: una condizione che avrebbe potuto limitare la resa scenica si è trasformata invece in una forza drammaturgica inattesa. La grande aria "Sola, perduta, abbandonata" è diventata così un monologo quasi disarmante per intensità e raccoglimento, in cui la sospensione dell’azione e la “pienezza” sonora della partitura si sono tradotte in un rito di immobilità, restituendo un deserto interiore che ha fatto percepire al pubblico tutta la disperazione di Manon. L’ovazione che ne è seguita ha suggellato una prova di grande coraggio artistico ed espressivo.
Gli Amici della Musica

...Maria José Siri... ha tutte le note al posto giusto e al momento giusto, per giunta espressive, articolate con fraseggio vario e accento riflettuto (Sola, perduta, abbandonata di altissimo livello, e infatti grande applauso a scena aperta).
Le Salon Musical